
(articolo redatto da Christian Cieri)
Il 5 giugno 2023 abbiamo seguito il keynote di apertura della WWDC 2023, la conferenza mondiale degli Sviluppatori organizzata annualmente da Apple. La parte più interessante per noi è stata la presentazione nel nuovo visore per la realtà mista di Apple, denominato Vision Pro.
In questo articolo condivido alcune riflessioni che ho tratto dopo aver ascoltato la presentazione. Per i più attenti ho preparato anche un report dettagliato che invito a scaricare qui in fondo dopo la lettura.
Vision Pro: un visore promettente
Dalle immagini mostrate durante la presentazione, l’interfaccia grafica sembra particolarmente elegante e pulita. Come altri visori l’interfaccia utente viene proiettata in concreto nella realtà che ci circonda. Tuttavia il Vision Pro sembra poter portare questo concetto ad un livello superiore.
L’idea di poter utilizzare l’intero spazio intorno a noi come canvas permette di gestire e visualizzare in maniera più efficiente le app. Poter scalare e spostare tridimensionalmente a piacimento gli oggetti virtuali, consente potenzialmente una libertà d’azione mai vista prima.
Un’altra caratteristica interessante è data dal fatto che gli elementi virtuali, integrati con l’ambiente, hanno una propria ombra che si riflette sulle superfici degli oggetti e risultano essere estremamente nitidi e visibili da ogni angolazione.
Questo dovrebbe far sì che l’integrazione tra oggetti virtuali (compresi gli elementi della GUI) e gli oggetti reali avvenga in maniera naturale e credibile.
La possibilità di poter trascinare un file contenente un oggetto 3D fuori da un’app e visualizzarlo da qualsiasi angolazione in maniera così spontanea l’ho trovata particolarmente affascinante.
La tecnologia EyeSight
La tecnologia EyeSight è sicuramente un’innovazione importante. Tuttavia personalmente non ha suscitato particolare entusiasmo. Trovo che sia potenzialmente molto utile all’interno di un ambito quale il lavoro d’ufficio, mentre in ambito domestico ritengo che le persone preferiscano comunque togliersi il visore durante interazioni prolungate, mentre per interazioni brevi non considero questa funzionalità essenziale.
Prendendo i casi d’uso e le funzionalità singolarmente, non sembra che ci sia qualcosa di rivoluzionario ad una prima occhiata. Tuttavia quello che ho trovato interessante è la quantità unita alla qualità nella realizzazione di essi. Lo Spatial Audio, ad esempio, è una funzionalità già vista in altri dispositivi, ma dalla presentazione si può notare come Apple abbia dedicato un attento studio per ottimizzarla per il Vision Pro.
La scelta di non realizzare un controller, ma affidarsi completamente all’eye and hand tracking per interagire con l’headset, l’ho trovata coraggiosa e alla lunga vincente.
Il vantaggio è dovuto, infatti, non solo all’assenza di un oggetto ingombrante che libera le mani dell’utente, permettendo una maggiore libertà di azione, ma anche alla necessità di compensare alle funzionalità offerte dal controller offrendo un tracking degli occhi e un riconoscimento delle gestures di assoluto livello, e, dalle prime reazioni delle persone che hanno provato il visore, sembra che Apple sia riuscita a colpire perfettamente nel segno.
Ad aiutare in questo compito è anche il massivo array di sensori e telecamere (12 telecamere, 6 microfoni e 5 sensori). Quest’ultimo si rivela molto utile anche per la creazione del proprio avatar digitale per le applicazioni di videoconferenza come FaceTime. Da alcuni test effettuati con persone conosciute, gli utenti hanno riportato che i visi sembravano familiari, ma i movimenti facciali e i denti non erano ancora molto convincenti, mentre la qualità visiva era simile a quella di un videogioco. Tuttavia, credo che sia un buon primo passo verso la realizzazione di avatar personali realistici e responsivi, e che possa rappresentare uno step verso la realizzazione della visione definitiva di metaverso.
I display da oltre 4K offrono una risoluzione mai vista su questo tipo di dispositivo e la potenza di calcolo messa a disposizione con i due processori M2 e R1 sembra garantire la completa assenza di lag visivo. Questo è un aspetto molto importante nella qualità di fruizione del prodotto. Non è stato rilasciato il peso del dispositivo, ma sia dall’aspetto, sia dalle dichiarazioni fatte sembra essere decisamente leggero e comodo.
La batteria esterna
La presenza necessaria di una batteria esterna rappresenta uno dei punti deboli del Vision Pro. Se da un lato alleggerisce il visore, dall’altro comporta alcuni problemi di usabilità.
Tale soluzione, infatti, implica la presenza di un cavo che esce dal visore sopra la testa dell’utente e si collega a una batteria che deve essere portata in tasca.
Il pacco batteria non è grande, ha le dimensioni di un iPhone, ma risulta comunque scomodo da avere intorno, in particolare durante sessioni di utilizzo prolungate del visore.
L’altro lato negativo è la durata breve delle batterie, con solo 2 ore di autonomia dichiarata. Perché una batteria così piccola se poi la si deve mettere in tasca? E se la durata così limitata di 2 ore avesse un’altra causa? È possibile che la scelta sia stata dettata da un eccessivo surriscaldamento del pacco batteria oppure dal fatto che per quanto leggero e confortevole, dà sempre un certo fastidio se utilizzato per un periodo prolungato.
Inoltre sembra che il visore abbia anche una fascia superiore che nei vari video non compare e si pensa che scomparirà da qui alla data di lancio; questo però non ha minimamente influito sul senso di comfort, non paragonabile a nessun altro visore [2].
Integrazione con l’ecosistema Apple
La completa integrazione con l’ecosistema Apple può essere vista sia come un vantaggio sia come uno svantaggio.
La possibilità di estendere il display del proprio MacBook, semplicemente guardandolo mentre si indossa il Vision Pro, sembra molto utile. Inoltre è prevista la compatibilità pressoché totale delle app per iPhone e iPad sul visore. Questo garantisce un’elevata quantità di funzionalità sin dal lancio. Inoltre con il Mac può condividere anche alcuni accessori, come la tastiera ed il mouse.
Il rovescio della medaglia, come per tutti i prodotti Apple, è dato dal fatto che il visore costituisce un sistema chiuso e dunque per poter essere sfruttato al pieno delle proprie potenzialità è necessario utilizzarlo all’interno dell’ecosistema Apple.
La funzione di intrattenimento
Rispetto ad altri visori, il Vision Pro sembra aver fatto un ulteriore step in avanti anche nell’entertainment al di là dei videogiochi, come ad esempio la visione di film.
Vision Pro è in grado di replicare uno schermo largo oltre 100 piedi davanti al tuo viso, completo di audio spaziale e con una risoluzione 4K reale. Vision Pro supporta anche la riproduzione di film in 3D.
Conclusioni
Il Vision Pro sembra essere quindi molto più di un semplice visore di realtà mista. Si potrebbe avere, infatti, Home Cinema, console di gioco e computer tutto in un unico dispositivo, anche se già sono emersi i primi commenti tutt’altro che positivi.
C’è chi lo boccia, come il fondatore di Nest Tony Fadell o chi ne minimizza l’aspetto innovativo come Mark Zuckerberg , sottolineandone il prezzo abbastanza alto.
Con un costo di 3499$, è evidente che questo prodotto non sia pensato per le masse, ma piuttosto rivolto ad aziende e sviluppatori. Tuttavia, una provocazione è d’obbligo: a conti fatti un Vision Pro costa solo il doppio di un iPhone!
Se vuoi avere un dettaglio più esaustivo della presentazione, puoi scaricare qui il report dettagliato.
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