
Alfonso Capasso è Solutions Architect in Nexsoft. Recentemente ha conseguito la certificazione come AWS Solutions Architect e ci racconta perché questo tipo di certificazione è importante.
Le motivazioni che mi hanno portato alla decisione di studiare per raggiungere questo obiettivo sono state varie:
- Comprovare le mie competenze, acquisite on the job e con progetti personali, nel corso degli anni, in un ambito che non sia strettamente legato allo sviluppo di soluzioni software.
- Affinare il mio livello di conoscenza delle best practice inerenti il ciclo di vita di un’applicazione, dallo sviluppo fino al suo deployment sul cloud.
- Essere consapevole che il compito di un buon sviluppatore NON è scrivere codice, bensì scrivere solamente codice utile.
Questo concetto, che potrebbe essere a prima vista fuorviante, in realtà è una pratica già da tempo nota nel nostro settore e si fonda sul concetto di “Code reuse”.
L’attenzione, di chi sviluppa, si focalizza solo sul codice necessario e davvero importante per le funzionalità di business (da qui, il concetto di “Riuso di codice”), evitando sprechi di tempo di pianificazione e di sviluppo, di risorse, di budget e migliorando notevolmente il “time to market”.
Le applicazioni attuali, rispetto al passato, sono molto più avide di dati.
Questi dati, anche se diversi nella loro tipologia – si pensi ad esempio ai dati “real time” raccolti dagli IOT device oppure ai Dataset che bisogna dare in pasto ad un algoritmo di Machine Learning per trainare in maniera adeguata un modello di predizione – sono prodotti in una quantità cheè, in ogni caso, decisamente non trascurabile.
Non si può più pensare di tenere tutta questa mole di dati on premise, cioè su un data store all’interno della singola azienda, per vari motivi:
- lo spazio locale a disposizione non è infinito
- i costi di gestione dell’infrastruttura sono elevati rispetto all’equivalente soluzione cloud
- ci sono problemi di regulatory
Una parte, se non tutti i dati raccolti dalle aziende, per forza di cose devono essere riversati nel cloud ed alcuni Cloud provider, tra cui Amazon (che detiene il 30% del mercato globale), offrono soluzioni vantaggiose adatte a qualsiasi caso d’uso e a qualsiasi tasca.
Ma un Cloud provider, non è solo questo: infatti, mette a disposizione del cliente, una serie di risorse computazionali, anche on demand, che in alcuni casi, non sarebbe proprio possibile avere a disposizione on premise.
In passato, per alcune aziende, ho avuto la necessità di creare alcune applicazioni ad hoc la cui unica finalità era quella di aggiungere funzionalità, non necessariamente legate al prodotto, che la piattaforma AWS, ad esempio, fornisce in maniera quasi “out of box”, nel senso che, solo configurando opportunamente dei servizi, si riesce a riutilizzare codice sicuro, sviluppato e testato in maniera adeguata.
Un buon Cloud Solutions Architect, quindi, utilizzando le proprie competenze e conoscenze trasversali, ha il difficile compito di suggerire al cliente la strada giusta al fine di ottenere il miglior risultato, che non solo soddisfi i requisiti del business, ma gli consenta anche di raggiungere lo standard più elevato in termini di sicurezza, disponibilità, performance, efficienza ed ottimizzazione dei costi dell’applicazione.
In conclusione, il ☁Cloud computing è, e sarà sempre di più, il futuro, e noi tutti professionisti IT, architetto e/o sviluppatori, dobbiamo solo spalancare le braccia per accoglierlo, come si fa con un caro amico 😀
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